Chirurgia
Il dott. Paolo Del Bo descrive le principali attività chirurgiche:
- » Blefaroplastica » Chirurgia della Cornea
- » Chirurgia del Glaucoma
- » Chirurgia Refrattiva
- » Chirurgia del Distacco della Retina
- » Chirurgia dello Strabismo
- » Chirurgia della Cataratta
- » Chirurgia delle vie Lacrimali
Chirurgia della Cataratta
La FACOEMULSIFICAZIONE, che è oggi l'intervento di elezione, consente d’intervenire ambulatorialmente cioè senza noiosi ed assolutamente inutili ricoveri che nulla hanno a che vedere col buon esito finale dell’intervento stesso. La pratica ambulatoriale consente inoltre di ridurre i costi e di gestire piu’ facilmente il decorso post-operatorio in ambiente amiliare.
Prima dell'intervento si esegue la biometria oculare, cioè il calcolo del cristallino artificiale da impiantare, tramite un ecografo A – scan.
Schematicamente la facoemulsificazione consiste nel praticare una piccola apertura corneale, circa 2mm, dove viene inserita la sonda ad ultrasuoni (facoemulsificatore) che prima frammenta e poi aspira il cristallino affetto da cataratta.
Attraverso la stessa incisione viene poi inserito il cristallino artificiale (IOL), premontato in un apposito iniettore. Si tratta di una piccola lente pieghevole in materiale acrilico del tutto inerte, con lo stesso profilo asferico del cristallino naturale, atraumatica, di durata illimitata.
Per la chiusura dell’apertura non e’ necessario alcun punto di sutura.
Tutto cio’si esegue in anestesia locale col semplice ausilio di un collirio anestetico (anestesia topica). Raramente può essere necessaria un'iniezione perioculare.
Il paziente viene bendato e subito dimesso. Il giorno successivo verrà "sbendato", dovra’ solo seguire scrupolosamente la terapia locale a base di un collirio antibiotico – cortisonico.
Nei primi dieci giorni postoperatori il paziente deve evitare di toccare l'occhio, guidare, fare piegamenti improvvisi, esporsi a vapori, andare in piscina o al mare …..
Gia’ nei primi giorni si notera’ un deciso miglioramento della vista, che sara’ completo solo se la retina, ed in particolar modo la sua porzione centrale (macula), sia sana; non presenti cioè alterazioni vascolari o di altra origine che ne limitino la funzionalità (maculopatia).
E’ bene precisare che il cristallino artificiale viene "appoggiato" sulla sottile capsula che avvolge naturalmente il cristallino naturale e che questa possa, in un secondo tempo ed in un numero ormai limitato di casi, a sua volta opacizzarsi ( opacita’ secondaria della capsula posteriore o cataratta secondaria).
Si deve allora intervenire con un apposito laser (YAG – laser) del tutto indolore col quale si pratica una piccola apertura nella capsula, consentendo nella giornata stessa o al massimo il giorno successivo la ripresa visiva.
La facoemulsificazione, metodica moderna, rapida e sicura, permette, proprio perche’ eseguita in anestesia locale, di operare pazienti molto anziani ed in condizioni generali non ottimali, cosa che in passato non sarebbe stato assolutamente possibile.
Consigliabile è, comunque, non procrastinare troppo a lungo l'intervento, poichè una cataratta troppo evoluta può richiedere un uso eccessivo e prolungato di ultrasuoni e quindi esporre il paziente ad una complicanza, lo scompenso dell'endotelio corneale, che può compromettere il risultato finale.
– Puntoplastica. In anestesia locale si pratica l'incisione del puntino lacrimale, che viene così dilatato. Buona la percentuale di successo.
– Sondaggio delle vie lacrimali. In sedazione leggera, con uno specillo. Nei bambini ad 1-2 anni di età in caso di ostruzione congenita del dotto lacrimale.
– Intubazione bicanalicolare. Qualora la precedente non abbia successo.
I due capi di un sottile tubicino di silicone vengono introdotti nei due puntini lacrimali, inferiore e superiore, fuoriuscendo poi nella cavità nasale. I due capi vengono quindi annodati tra loro e lasciati in sede per circa tre mesi.
– Dacriocistorinistomia. Dopo aver inciso la cute nella regione del sacco lacrimale, si pratica un'incisione della parete laterale dello stesso. Con una pinza ossivora si apre la parete laterale dell'osso nasale e la si mette in comunicazione permanente con il sacco precedentemente inciso.
Si tratta di un intervento abbastanza cruento che ha un'alta percentuale d'insuccesso.
– Endoscopia della via lacrimale. Permette di mettere in comunicazione il sacco lacrimale con la cavità nasale senza incisione cutanea. Oltretutto non è cruenta e più rapida.